I podcast di "SPAZIOUBICK"

Puntata SpazioUbick del 17 novembre 2024

17/11/2024
Cosa manca oggi nell’informazione? Perché così tanti sono insoddisfatti? Proviamo a dare una risposta con il nostro ospite eccezionale: Matteo Saudino – il prof influencer meglio noto come BarbaSophia - che, nel nostro podcast, analizza il disastro informativo su Israele, Gaza e la Palestina, partendo dai fatti accaduti ad Amsterdam e da come sono stati narrati dai media.
Chi cerca notizie su Gaza-Israele, cerca fonti critiche, che rispettino la sua intelligenza.
Saudino sviscera ciò che non è stato raccontato su un episodio cruciale : la partita di calcio giovedì 7 Novembre, tra AjaxMaccabi Tel Aviv, per l’Europa League. Alcuni tifosi del Maccabi sono stati inseguiti durante le strade e aggrediti.
E’ stata usata la parola Pogrom antiebraico da tutti i giornali e testate, anche online.
Perché tutta l'informazione italiana sta omettendo di raccontare i cori dei tifosi del Maccabi in cui inneggiavano alla morte dei bambini Palestinesi e allo sterminio degli Arabi? Hanno anche fischiato e urlato durante il minuto di silenzio per le vittime di Valencia, per il sostegno dato dalla Spagna alla Palestina.
Non sono stati tutti i tifosi, ma la frangia ultrà legata all’estrema destra israeliana: i Maccabi Fanatics.
Inoltre fu un gruppetto di questi ultimi, nel 2014, a prendere di mira un giocatore della squadra di origini arabe, Maharan Radi, inducendolo poi a cambiare squadra. Episodi di fanatismo e violenza si sono registrati anche nelle trasferte all'estero, come quando, lo scorso marzo ad Atene, venne aggredito un uomo che portava una bandiera palestinese, scrive Rainews. Prima della partita di giovedì sera, i sostenitori della squadra israeliana hanno strappato e bruciato bandiere palestinesi e ci sono stati alcuni disordini, bloccati dall'intervento della polizia. Hanno poi inneggiato alla morte di tutti i palestinesi, con cori irripetibili, del 
tenore “A Gaza non ci sono scuole perché non ci sono più bambini”. Hanno picchiato dei taxisti perché erano musulmani.
 
La violenza è ripugnante in ogni caso e da qualunque parte provenga... è giustissimo condannare questo e altri episodi simili.
La storia va raccontata tutta. Se io ometto una parte della storia vado raccontare una cosa irreale. E’ stata, da parte dei media e dei Tg, ignorata una parte significativa del contesto: i cori dei tifosi israeliani che inneggiavano alla morte dei bambini palestinesi, le provocazioni durante il minuto di silenzio per le vittime di Valencia (legato al riconoscimento della Palestina da parte della Spagna) e gli episodi di violenza nei confronti di cittadini musulmani.
 
Era il 1994, 30 anni fa, quando l’UEFA accettò in via definitiva l'adesione di Israele e da allora la nazionale e le squadre di club - di solito Maccabi Haifa, Hapoel Tel Aviv e Maccabi Tel Aviv - partecipano alle competizioni della federazione europea. Tra l’altro In Olanda, e non solo, i tifosi dell’Ajax sono noti come "super joden" (super ebrei), esibiscono in curva simboli ebraici e bandiere israeliane in virtù di un legame risalente a vari decenni fa, quando erano molti gli ebrei coinvolti nel club, nella dirigenza e anche in campo. Da questo, si è creato negli anni un rapporto abbastanza stretto con i Maccabi fanatics. Un contesto
sicuramente non antisemita.
Invece la stampa italiana e non, ha riportato solo l’aggressione ai tifosi israeliani, definendola Pogrom. Ma non è avvenuto questo.
 
Parole storicamente connotate, come questa, devono essere usate con precisione per evitare di sminuirne il valore simbolico e la gravità storica.
Questa è stata una narrazione ripetuta, amplificata e martellante mentre da qualche altra parte ci sono i morti veri, che non si guadagnano i titoli e le aperture dei media.
Parliamo dei pogrom veri nelle scuole e dell’immane tragedia che il popolo ebraico ha vissuto. Ma raccontiamo tutto – è l’invito del professore.
Utilizzare certi termini e richiamarsi a certi tragici avvenimenti non è solamente un oltraggio all'intelligenza, ma è un oltraggio alle vittime di quegli stessi avvenimenti.
Ascolta ora!

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Puntata SpazioUbick del 20 ottobre 2024

20/10/2024

“Questo non è un Paese per cui vale la pena sacrificare la mia vita”.
La storia dei 130 soldati israeliani che hanno scelto di non combattere, nel podcast Spazioubick, condotto da Irene Zerbini.

 Quante persone ritengono che non obbedire agli ordini non sia un crimine?
Abbiamo dimenticato la lezione della storia e di Hannah Arendt ?

Cosa ne pensa l’opinione pubblica israeliana? In questo podcast leggiamo le testate israeliane e palestinesi, per scoprire posizioni e orientamenti che non circolano nella stampa mainstream italiana e europea.

 Quanti Paesi stanno sfidando quella che è la narrazione dominante? Il nostro viaggio non si ferma qui, ma esploriamo anche le testate di altri continenti, da Jakarta a Seul, da Rio de Janeiro alla Svezia, nella nostra rassegna stampa internazionale. 

Nostro ospite il dottor Foad Aodi, noto medico palestinese residente in Italia, che da anni fa sentire la sua voce  nelle questioni sanitarie e umanitarie, in particolare per la popolazione palestinese e per la costruzione di un vero dialogo. La grande preoccupazione per la grave situazione sanitaria a Gaza in mezzo al conflitto in corso, l'urgenza di risorse mediche, i racconti atroci di ciò che avviene in quei pochi presidi sanitari rimasti, sono una testimonianza indimenticabile.

E ancora, in questo podcast, un viaggio nelle carceri minorili dopo l’entrata in vigore del decreto Coivano. Siamo in un’epoca in cui piace nascondere il livello d’intesa che esiste tra un essere umano e un altro. Vogliamo soffocare quegli esempi che creano fiducia e creiamo uno stato di controllo mascherato da democrazia. Incarceriamo ragazzi per le questioni più banali, giovani che hanno la colpa di essere stati fregati da qualche spacciatore e che sono nel mirino di qualche discorso politico per racimolare qualche voto. 

La bellissima esperienza di Duilio Loi, criminologo, figura di spicco nel campo della criminologia e delle scienze investigative in Italia, che mira a comprendere le motivazioni profonde dietro comportamenti criminali, oltre che a sviluppare strategie efficaci per contrastarli. La verità è nei risultati: il decreto Caivano che sulla carta deve arginare la delinquenza giovanile e che sta peggiorando con la sua impronta punitiva, il sovraffollamento nelle carceri minorili. Vogliamo perderli questi ragazzi?

E c'è anche un premio per i nostri ascoltatori.
Buon ascolto

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