E' ritornata la voglia di pensare!
Pubblicato il 23/09/2011


Credo di non sbagliarmi quando affermo che la gente, oggi, sta ritrovando la passione civile, la voglia di riflettere sulla situazione per comprenderla e modificarla.

La superficialità e la spensieratezza stanno lasciando il posto all'indignazione e alla necessità di capire. Capire anche i temi più complessi, quelli che fino a ieri sembravano lontani e che col tempo diventano tangibili: i diritti, i sogni, le aspirazioni?

Con il nostro lavoro di teatranti lo vediamo tutte le sere: fino a qualche anno fa le sale erano vuote, "pochi ma buoni" dicevano gli organizzatori, una frase che a noi suonava come le campane a lutto. Oggi la gente affolla i teatri, le sale parrocchiali, le piazze... si vuole sentire, magari anche divertendosi, una versione diversa, "non ufficiale", non allineata. A fine spettacolo le persone non fuggono dalla sala nel buio dei titoli di coda ma restano a discutere e la comunicazione continua, lo scambio si concretizza.

Da quando ho cominciato a lavorare in teatro, nel 1991 con Dario Fo e Franca Rame, credo che quello che stiamo vivendo ora sia il momento più vivo e più proficuo per spendersi a favore di un'altra cultura, di un altro mondo possibile, di un'altra convivenza civile.

Cinque anni fa con la Compagnia ITINERARIA debuttavamo con lo spettacolo "H2ORO" l'acqua un diritto dell'umanità con l'intento di denunciare la mercificazione e lo sfruttamento della risorsa acqua in Italia e nel mondo. Nessuno immaginava allora che avremmo replicato trecento volte lo spettacolo, contribuendo ad informare e indignare gli italiani fino al referendum del 12 giugno.

E poi l'avventura di "Q.B. Quanto Basta" sui nuovi stili di vita e la riduzione dei consumi. La tournée di "Identità di carta", lo spettacolo sul razzismo e la condizione dei migranti. Fino alla nascita del nuovo testo sulla crisi finanziaria globale "spiegata a mia suocera", come recita il titolo provvisorio, che debutterà nei prossimi mesi. "Ma come fate a tenere a mente tutti questi spettacoli e a recitare ogni sera un testo diverso?" ci chiedono spesso amici e spettatori. E' il nostro lavoro, l'unico che sappiamo fare e cerchiamo di farlo al meglio. Il confronto col pubblico fa crescere sera per sera lo spettacolo che deve tenere il passo con l'attualità. Non possiamo permetterci di lasciarlo invecchiare e così i testi si aggiornano in continuazione, la memoria si tiene in allenamento e non si scade nella routine.

Oggi più che mai credo ci sia bisogno di organizzare momenti di informazione vera, il pubblico lo chiede e noi siamo impegnati quotidianamente per farlo. E lo facciamo! Tanto che abbiamo superato recentemente il traguardo delle 1.000 repliche in nove anni. La gente ci dice che serve. E noi vogliamo crederci.