Effetto a catena - di Irene Zerbini
Pubblicato il 15/01/2023


Rassegna stampa internazionale

Si può creare un effetto a catena virtuoso?

 

Ho due figli di 23 e 25 anni. E ho avuto la fortuna di averli vicino il giorno di Natale. Non abbiamo fatto nulla di fantasmagorico. Però abbiamo passato bei momenti. Ma ho detto loro di non dimenticare mai questo Natale del 2022. E di parlarne anche negli anni a venire ai loro eventuali figli o nipoti. Perché è un Natale in cui i loro coetanei, in Iran, vengono torturati in carcere e aspettano che venga eseguita la condanna a morte. E il minimo che possiamo fare è parlarne anche nei decenni a venire. Hanno un coraggio che li porta a pagare il prezzo più alto. E non si fermano, nell’indifferenza del mondo, non delle persone, ma dei potenti e dei governi, che non fanno nulla . Che si ritirino gli ambasciatori, almeno. Che si diano segnali forti al regime!

Ormai ho 53 anni. Non ho mai visto un coraggio simile in una generazione intera, così brutalmente repressa. E, dopo aver  scorso la ricostruzione grafica delle torture che questi ragazzi subiscono in carcere, ho avuto un pensiero tristissimo. Ho saputo che stanno tentando il suicidio. Lì, dove le autorità, dopo una feroce repressione nelle strade, hanno iniziato a usare la pena di morte per reprimere ogni forma di dissenso, i giovani incarcerati cercano anche di anticiparla, la morte, come via di fuga prima dell’esecuzione della condanna. La condanna che dovrebbe arrivare è quella internazionale, con segnali concreti. I governi non si svegliano. Intanto però Amnesty e altre organizzazioni dal basso si stanno muovendo. Firmiamo l’appello, sul loro sito.

Non c'entra nulla con l'Iran ma la canzone Latino America dei Calle 13 sembra parlare di loro. Si sente così poco parlare di Libertà nelle nostre news ma il linguaggio di chi è impegnato in quella lotta di cui noi in italia non conserviamo più nemmeno la memoria, è comune.
La conoscete quella canzone?

Si può creare un effetto a catena?

Io credo di sì, l’ho visto accadere.

Nella nostra rassegna stampa internazionale, "Spazioubick", in questo numero, ripercorriamo la storia di un effetto a catena su un altro drammatico problema, quello dei senzatetto. In questo caso il risultato straordinario è stato generato dalla fiducia che si ripone nelle persone. La prova è in ciò che è riuscita a conseguire la città di Huston, con la politica per i senzatetto, che negli Stati Uniti sono presenti in numeri da brivido. Ebbene Huston è riuscita a dimezzare il numero di persone che vivono per strada con un atto di fiducia.

E ancora, nel nostro podcast un’altra bellissima storia che arriva dal Giappone. I giapponesi usano dei vasi con una strana forma per intrappolare i polpi, chiamati takotsubo. Il nostro cuore a volte subisce la sindrome di takotsubo. E a determinarla non sono cause fisiche ma dolore, lutto, anche l’anniversario della morte di una persona cara. Prima che alcuni cardiologi di Hiroshima si ostinassero a indagare sul perché migliaia di persone si presentassero agli ospedali con dolore toracico, senza alcuna patologia o problematica che si potesse rilevare, migliaia di persone venivano rimandate a casa. Accadeva in Giappone ma non solo. E poi la svolta, grazie alla loro intuizione. E grazie ai takotsubo. Anche noi possiamo diventare nel 2023 uno takotsubo, uno strumento che aiuti a comprendere la sofferenza e il dolore degli altri. Anche quello che non si vede. Questo è il nostro augurio. 

Provate ad ascoltare, se non l’avete mai fatto. Perché informarsi su ciò che accade nel mondo è il primo atto di fiducia verso l’umanità. E poi scoprirete che può essere anche molto piacevole!

 

Buona domenica!