Il calcio - di Marco Visconti
Pubblicato il 09/06/2024


Il calcio 

Fenomeno popolare che investe tutti i settori della vita pubblica scandendo i tempi della grande storia

 

Qual è ad oggi l’evento più televisto nella storia della Rai? La semifinale del mondiale italiano del 1990, Italia-Argentina giocata allo stadio San Paolo di Napoli, che si chiamava ancora così perché Maradona era vivo e vegeto ed in campo. Un italiano su due era davanti allo schermo.

Quanti sono i paesi aderenti alla FIFA? 211 contro i 193 dell’ONU.

Bastano questi pochi ma significativi dati per capire come il calcio non possa più essere considerato solo un gioco, ma un fenomeno popolare che investe tutti i settori della vita pubblica. D’altronde come fece Silvio Berlusconi ad acquisire ancora più fama e visibilità? Comprando il Milan e rendendolo la squadra più vincente di sempre. Insomma vale la pena raccontare le 22 edizioni dei mondiali di calcio per vederne gli intrecci con i grandi tornanti della storia.

Oggi si parla tanto di sportwashing, il lavaggio della coscienza crudele di determinati regimi attraverso la bella faccia organizzativa di un evento sportivo. Ebbene uno dei primi casi fu quello del mondiale Argentino del 1978, grazie al quale la feroce dittatura del generale Videla nascose, dietro al primo trionfo della nazionale albiceleste, qualcuno ricorderà i gol del capellone Mario Kempes, lo strazio dei desaparecidos. E sempre quel 1978 lo ricordiamo noi italiani per la strage di via Fani e il conseguente rapimento di Aldo Moro, che poi verrà giustiziato dalle BR.

La guerra fredda ed i mondiali del 1974 dove la sorte o la longa manus della Stasi (il servizio segreto della DDR) mette nello stesso girone le due Germanie. La costruzione del consenso mussoliniano anche con l’organizzazione del mondiale del 1934. Un primo caso di bullismo ante litteram con il povero Moacir Barbosa, portiere del Brasile del 1950 sconfitto nell’incontro decisivo dall’Uruguay, che veniva indicato dalle madri ai loro bambini come il responsabile di quella sconfitta, con la solita laconica frase: “guarda chi ci ha fatto perdere il mondiale”.

Si potrebbe andare avanti quasi all’infinito a scandire i tempi della grande storia e a ricordare aneddoti gustosi legati alla kermesse calcistica più importante. Per coglierli in un unico racconto teatrale e multimediale venite alla Bottega di Radio Itineraria via Goldoni 18 a Cologno Monzese a settembre, giorno e orari precisi da definire, lo indicheremo nelle newsletter a ridosso dell’evento.

Piccolo spettacolo ideato e messo in scena dal sottoscritto, sulla scorta di una serie di incontri su mondiali e storia tenuti alla Casa circondariale di Monza. Ora viene messo in scena nelle scuole che ne fanno richiesta. Dimenticavo, dopo 90 minuti di parole e immagini via ad un terzo tempo, costituito da un serrato quiz a tre squadre su tutto quello che è stato detto in precedenza!

 

Buon fine settimana!