Anche dopo la morte di Saman Abbas non è stata allestita una strategia che abbia una visione perché non si ripetano episodi di questo tipo, non c’è un intervento della politica, della scuola, della cultura. I matrimoni forzati sono una realtà che spinge alla schiavitù e alla violazione costante dei diritti ragazze, cresciute in Italia e, quando spariscono, per esempio dopo gli anni dell’obbligo scolastico, nessuno le cerca. Se ne parla a volte, in concomitanza con udienze per fatti tragici, esclusivamente, per strumentalizzare la loro provenienza. Sono fatti loro, si ritiene con riferimento a quelle famiglie di immigrati con una visione patriarcale, in cui le giovani donne si trovano a crescere. Grate, da una parte, per i sacrifici che la famiglia ha fatto per mantenerle e farle studiare, in alcuni casi fino alla laurea, e, dunque, tormentate dai sensi di colpa e dalla gratitudine ch ere spinge a volte all’accondiscendenza. Temi molto complessi, sviscerati dal libro di una giornalista intelligente e impegnata MARTINA CASTIGLIANI, ospite di Spazioubick.
LIBERE: un libro che parte dalle voci, testimonianze dirette di giovani donne, italiane, a prescindere dai documenti che hanno in tasca. In questo libro che raccoglie voci uniche si comprende che oggi in Italia, ribellarsi ai matrimoni forzati vuol dire dover scappare da casa, rompere i rapporti con la famiglia, rinunciare alla propria identità. La loro urgenza è far sapere a più donne possibile che c’è un’alternativa. È un messaggio potentissimo. Una scrittura lunga quattro anni in cui si raccolgano storie in cui le protagoniste devono restare anonime, come i pentiti di mafia, senza avere nessuna colpa. Quando Samman Abbas viene uccisa, Martina Castigliani, che lavorava al libro già da due anni, ha dei dubbi, non vuole più farlo uscire, per timore di mettere a rischio, di esporre troppo le ragazze. E sono proprio loro a rifiutarsi di tirarsi indietro. Hanno scelto il loro percorso di libertà. Possono e vogliono continuare fino alla pubblicazione, grazie al sostegno di realtà meravigliose: una tra tutte: Trama di Terre. Ora vogliono che la loro storia arrivi ad altre, che contribuisca a dare forza. Non si smette di amare la mamma o il papà. E si soffre, per paura di aver deluso i genitori, per paura di non poter riabbracciare più fratelli e sorelle. Ma si continua nella propria determinazione verso il diritto alla libertà. Percorsi di cui si sviscerano i ragionamenti, i dubbi e la strada per diventare davvero determinate.
Con noi Martina Castigliani, autrici dei Libere e Wajahat Abbas Kazmi, regista. Attivo in progetti sui diritti umani, in collaborazione con Amnesty International e autore di diversi documentari, affronta questo tema con rigore e precisione in quanto portatore di due culture: quella pachistana e quella italiana. Wajahat sollecita anche la burocrazia: le forze dell’ordine devono rilasciare il duplicato del permesso di soggiorno alle ragazze in pericolo e non costringere a mendicare il rilascio dei documenti a un padre che per loro ha in mente un altro piano o, peggio, e costringerle a tornare a casa - come è successo a Saman Abbas - rischiando la vita.
Informazione capillare e dialoghi con le ragazze nelle scuole perché prendano consapevolezza dei diritti che lo stato italiano garantisce sono un’altra possibile strada che, se attuata, realizzerebbe l’emancipazione.
La politica può fare la differenza, commenta, Raul Daoli, ex sindaco di Novellara (RE) che, durante i suo due mandati ha messo in protezione 17 ragazze. Un politico ematico e preparatissimo che, per primo, nella realtà di Reggio Emilia, si era occupato delle giovani residenti che, a volte, lanciavano messaggi d’aiuto nei temi di scuola. Le leve della valorizzazione del fenomeno immigratorio, porteranno al potenziamento anche della democrazia, lo si vede nei paesi più avanzati
Rassegna stampa internazionale
39’18” Martina Castigliani- giornalista
50’00” Wajahat Abbas Kazmi -regista
1h 09’40” Raul Daoli - ex sindaco di Novellara ( Re)
Revision
Frozen River - trailer
Buona Domenica!